Primo non Sprecare al Salone della Responsabilità Sociale d’Impresa e dell’Innovazione Sociale

Un invito del tutto inaspettato e un grande onore per me: grazie a Rossella Sobrero sono stata invitata a partecipare al Salone della Responsabilità Sociale d’Impresa e dell’Innovazione Sociale per portare la mia esperienza di lotta allo spreco alimentare domestico.

La tradizione del Salone è lunga, questa è stata l’undicesima edizione (dal 4 al 6 ottobre scorso): un progetto che si ripropone durante l’anno in tante città italiane, ma che ha il suo momento culminante a Milano, presso l’Università Bocconi dove trova gli spazi più adeguati

L’incontro nel quale sono intervenuta era intitolato “Combattere lo spreco alimentare, un impegno per tutti”

Con me c’erano tre illustri protagonisti che, in campi diversi, hanno saputo vedere nello spreco alimentare un problema ma, insieme, un’opportunità per recuperare risorse e redistribuirle in modo intelligente, a chi ha bisogno o a chi è in grado di valorizzarle

Lo spreco alimentare rappresenta un problema molto d’impatto per l’ambiente: ogni volta che un alimento viene sprecato, non si perde solo il suo valore economico, ma tutte le risorse utilizzate per produrlo (terreno fertile, acqua) e si emette inutilmente CO2 nell’atmosfera, la famosa CO2 responsabile del riscaldamento globale e del cambiamento climatico

Il primo intervento è arrivato da Teresa Materia del Comune di Milano. Teresa, che ha una competenza professionale nell’ambito sociale, si occupa di food policy e dell’ufficio povertà alimentare. Per supportare concretamente chi non ha abbastanza cibo, o non ne ha di qualità, il Comune di Milano ha aperto, e aprirà ancora in futuro, alcuni hub alimentari che raccolgono eccedenze di cibo da negozi e supermercati e lo mettono a disposizione delle famiglie più disagiate. Ma non finisce qui: gli hub vogliono diventare dei veri centri di aggregazione per offrire punti di incontro che, oltre a sostenere praticamente, aiutino l’inclusione sociale

Dopo Teresa ha parlato Paolo Rellini, uno dei soci fondatori di Regusto, un’azienda molto virtuosa che, attraverso un’innovativa piattaforma digitale, si preoccupa di recuperare le eccedenze di mercati e supermercati che andrebbero sprecate. Eccedenze che sono poi distribuite a enti e associazioni no profit impegnati a sostegno della povertà, come Banco Alimentare e Croce Rossa. Paolo Rellini è particolarmente esperto in tecniche agroalimentari, quindi capace di convergere nel modo più appropriato le risorse a disposizione

Davide Scotti è a capo del settore qualità, salute e sicurezza ambientale di CIRFOOD, un’azienda che da anni si occupa di ristorazione collettiva e che ha scelto di dedicare al contrasto dello spreco alimentare attenzione altissima e le strategie più attuali, come l’intelligenza artificiale. CIRFOOD prepara milioni di pasti all’anno, ma il suo contributo antispreco è, per l’ambiente, di inestimabile valore. Tra i suggerimenti per chi ascolta, l’incoraggiamento a utilizzare applicazioni antispreco come TooGoodToGo

Infine, la sottoscritta si è espressa nell’evidenziare l’importanza dell’attenzione domestica allo spreco del cibo. Il fatto che, nelle case, si sprechi poco o poco alla volta, ci rende distratti e superficiali; pensiamo di fare un gesto di poco valore e di modesto impatto. In realtà, proprio questa superficialità porta tanti di noi, se non tutti, a sprecare poco ma spesso. Così le ricerche ci informano che sprechiamo tutti (i giovani, purtroppo, di più), sprechiamo frutta, verdura e pane (il pane! così facile da recuperare) e che, senza rendercene conto, buttiamo nei rifiuti ogni anno l’equivalente di sei miliardi di euro (!)

Dovremmo, con un po’ di buona volontà e attenzione, ritrovare per il cibo il valore che veniva attribuito dai nostri nonni, che non sprecavano nulla, non solo il cibo

Lo facevano non perché fossero poveri, ma perché avevano, per l’ambiente e tutte le sue risorse, un istintivo, grande rispetto.  

Per chi volesse (dura circa un’ora!) a questo link trovate la registrazione di tutta la nostra chiacchierata

10 pensieri su “Primo non Sprecare al Salone della Responsabilità Sociale d’Impresa e dell’Innovazione Sociale”

  1. “Lo facevano non perché fossero poveri, ma perché avevano, per l’ambiente e tutte le sue risorse, un istintivo, grande rispetto”.

    …e la mia famiglia non lo era Eppure non si è mai comprato il pane fresco se non era finita anche l’ultima briciola ed è quello che continuo a fare io. Riciclare con immaginazione gli avanzi. Comprare con discernimento.
    Un abbraccio Paola cara e grazie del tuo impegno 🦋💙

  2. Complimenti, Paola.
    Approfitto per farti qualche domanda. A me risulta che il pane avanzato sugli scaffali di supermercati e salumerie, non possa essere venduto il giorno dopo come pane non fresco., a prezzo inferiore naturalmente. Eppure potrebbe essere utilizzato per qualche buona ricetta (le polpette, ad esempio). Ti risulta questo divieto?
    Altra domanda: ho sentito dire che alcuni panifici a sera mettono all’esterno in appositi contenitori il pane avanzato e non più vendibile, a disposizione di persone bisognose. Pare che nessuno vada a ritirarlo. Risulta anche a te?
    Grazie per quello che fai. Un abbraccio

    1. Ciao Laura, e grazie, ho visto che ti sei iscritta :). Provo a risponderti: il pane del giorno prima non può essere venduto come pane fresco, ma può essere proposto, in confezioni chiuse, a prezzo inferiore e con l’indicazione che è del giorno prima. Poi, il panettiere può scegliere d donarlo ad associazioni che sostengono le situazioni di povertà, o ai canili per gli animali. Però non c’è l’obbligo, solo la possibilità. Quanto al pane avanzato e messo a disposizione gratis, so che in alcuni posti funziona, però questa è una pratica che non ho mai visto fare direttamente. In ogni caso non c’è l’obbligo di non buttarlo, ed è un vuoto legislativo.

  3. complimenti Paola, sei sempre più una competente protagonista nella diffusione delle strategie antispreco alimentare!

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